Quasi tutti i principali marchi hanno compreso oramai che la vera sfida da vincere in un mercato in forte contrazione si deve affrontare sul piano del design: bisogna rompere gli schemi e proporre soluzioni forti, in grado di catturare l'attenzione.
Lo ha fatto Kia con la seconda generazione di Soul, un'auto che spiazza e divide: o piace per la sua vistosa impronta stilistica squadrata, oppure lascia perplessi. Di sicuro non passa inosservata, ed il pubblico italiano ha già mostrato di apprezzarla facendone una valida concorrente delle pari segmento come la Nissan Juke o la Fiat 500L.
Di spazio a bordo ce n'è un bel po', ed in 4 si sta belli comodi, del resto è pur sempre un mini SUV. Ricorda l'antenata ma in realtà è nata da una totale riprogettazione, proprio allo scopo di incuriosire ed invogliare un target di riferimento più ampio.
La plancia è riccamente accessoriata con tanto di display MyTablet da 8 pollici, ma nonostante l'affollamento di strumenti la si può definire sia intuitiva che funzionale.
Le motorizzazioni lasciano poca scelta: o si punta sul turbodiesel 1.6, oppure si opta per il benzina, anch'esso 1.6. Disponibile la versione con cambio automatico a 6 marce, ma dati alla mano sembra consumare un po' in più.
Questa nuova Kia Soul si fa guidare facilmente, quasi come se fosse una berlina, per cui giustifica in pieno l'attenzione che le è stata riservata anche premiando il successivo inserimento in gamma del motore Eco GPL.