Il patrimonio iconico posseduto dal marchio
Jeep è, nel panorama internazionale, paragonabile solo a quello di Land Rover. In un mercato nel quale
SUV e affini conoscono un'espansione senza precedenti,
Jeep incarna il simbolo del classico
fuoristrada originale soprattutto negli Stati Uniti, e
Sergio Marchionne ne ha ben intuito tutte le infinite potenzialità per ottenerne i migliori ricavi, grazie alla sua posizione già molto ben affermata.
Non è mai stata proposta o segnalata come una politica di "rilancio" come è avvenuto nel caso di
Alfa Romeo o per la stessa
Fiat, perché non era necessario: l'autorevolezza di
Jeep è stata sufficiente, le è solo stata affiancata una fisiologica evoluzione ed
espansione della gamma con una cura estrema riservata a modelli cardine quali
Wrangler,
Cherokee e
Grand Cherokee. L'offerta al mercato è stata ampliata verso quei segmenti che più attiravano gli interessi degli acquirenti e che risultavano ancora "scoperti", sfruttando un
piano gestionale ed industriale articolato e capace di ottimizzare risorse, strategie e sinergie con gli altri marchi del
Gruppo FCA.
È stata la forza stessa insita nel brand, con un prestigio mai tramontato o venuto meno, a metterlo in posizione di privilegio: era l'unico in grado di competere con gli altri "grandi", e lo ha fatto
moltiplicando i volumi di vendita - più che quadruplicati negli ultimi 10 anni! - e raggiungendo anche settori più popolari ad esempio con proposte come la
Renegade, il cui successo planetario si deve proprio a quei mercati dove i SUV "oversize" sono marginali e si preferiscono le forme più compatte.
Nel frattempo i modelli chiave perché maggiormente costitutivi dell'identità del marchio si sono evoluti, sono stati aggiornati, ma sempre rispettando i voleri dei fedelissimi. Si pensi alla
Grand Cherokee in versione estrema Trackhawk, destinata ai pochi capaci di permettersi prestazioni fuori dal comune come quelle assicurate da un motore 6.2 da 700 cv, eppure rappresentativa dell'evoluzione del marchio senza nessun tradimento delle sue vocazioni fuoristradistiche.
Il futuro del marchio Jeep
Il
futuro di Jeep è con ogni probabilità rappresentato da un ulteriore allargamento della gamma per un'offensiva ancora più serrata e a tutto campo. Nel 2019 arriverà un inedito (almeno per i mercati europei)
pick-up dalla vocazione fortemente
Premium, ma soprattutto è in progetto l'elaborazione della cosiddetta
mini Jeep, probabilmente sviluppata a partire dal concept della
Panda 4x4 e verosimilmente concepita come evoluzione del progetto congiunto
Renegade/ Fiat 500X portato avanti nello stabilimento di
Melfi.
In questo caso però siamo ancora nel campo delle ipotesi, perché molto dipende anche dalle sorti dello stabilimento di
Pomigliano e degli altri ancora operativi in Italia.
La costante ascesa del mitico marchio non è però minimamente in discussione, e raramente abbiamo assistito a cure così efficaci in una
strategia industriale rivolta al settore automotive!
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