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Ecotassa: Chi Paga e Quanto? Guida Completa
 

Ecotassa in vigore da oggi: chi paga, e quanto?

Pubblicato da: Christian
Data pubblicazione: venerdì 1 marzo 2019
Data ultima modifica: venerdì 1 marzo 2019
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Ecotassa in vigore da oggi: chi paga, e quanto?
Scatta oggi in tutta Italia ed in tutta la sua detestabilità la tanto annunciata ecotassa di circolazione o ecotassa auto, un'imposta volta a colpire le auto più inquinanti ed i loro proprietari, anche se per fortuna solo al momento dell'acquisto, essendo da versare una tantum. La manovra economica, su esplicita richiesta dell'Unione Europea, ha dovuto subire una profonda revisione rispetto a come era inizialmente stata concepita soprattutto per il meccanismo bonus-malus che in essa era incluso. La versione definitiva ed approvata ha così coinvolto solo le super-car, le auto di lusso ed i SUV, lasciando in pace vetture di piccola cilindrata (ad esempio Panda, Ka ed altre) che in un primo momento sembravano interessate dalla manovra: fortunatamente ha prevalso il buon senso, e le city-car oltre ai segmenti più "modesti" non sono stati inclusi. In più, la manovra ha anche confermato in via definitiva il bonus per chi acquista auto a più bassi livelli di emissioni, una cifra che nel caso di veicoli ibridi ed elettrici arriva fino a 6.000 €.

Chi deve pagare l'ecotassa

Il gettito aggiuntivo che entrerà nelle casse statali, stimato intorno ai 300 milioni di € per l'anno in corso ma destinato a crescere in seguito servirà proprio a finanziare il meccanismo degli ecoincentivi sui quali tutti i principali marchi stanno basando le campagne pubblicitarie per attrarre i clienti con corposi sconti. Come abbiamo detto, ad essere colpiti sono soprattutto gli acquirenti dei SUV, non tanto in base al valore di acquisto della loro automobile quanto nella misura relativa all'impatto che essa ha sull'ambiente. A tale proposito è stata stilata un'apposita tabella impostata su 4 scaglioni specifici, con la sovrattassa che scatta a partire da un livello di emissioni pari a 160 g/km di CO2.

La tabella scaglioni dell'ecotassa

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  • Da 160 e fino a 174 g/km di CO2 l'importo fissato è di 1.100 €;
  • Sopra i 175 e fino a 199, la tassa ammonterà a 1.600 €;
  • A partire da 200 e fino a 249 g/km di CO2, si sale fino ad una tassa di 2.000 €;
  • Infine, i veicoli che superano i 250 g/km di CO2 sono i più penalizzati, con una tassa pari a 2.500 €.
I valori che faranno testo ai fini della determinazione dello scaglione di appartenenza possono essere reperiti sulla carta di circolazione del veicolo alla voce V7, e sono stati rilevati secondo il ciclo NEDC (anche se a tal proposito non si comprende bene perché non sia stato preso in considerazione il nuovo protocollo WLTP). Il restringimento della platea ai soli SUV ed auto di lusso comporterà ovviamente anche un contenimento di coloro che potranno accedere al cosiddetto ecosconto o ecobonus.

Chi può usufruire dell'ecobonus?

Anche nel caso dell'emendamento alla manovra sul fronte bonus è stata stilata una tabella di riferimento per conoscere gli importi. Vetture con emissioni comprese tra 70 e 90 g/km di CO2 avranno accesso ad un bonus di 1.500 €, che sale a 3.000 € nel caso di emissioni di CO2 comprese tra i 20 e i 70 g/km (ad esempio, la Toyota Yaris 1.5 Hybrid, per darvi un'idea più chiara); l'incentivo più elevato e pari come detto a 6.000 € riguarderà veicoli particolarmente virtuosi con emissioni comprese tra 0 e 20 g/km di CO2, ovvero tutte le auto elettriche e poche altre.

Le reazioni restano contrarie

Il settore automotive, nonostante queste sostanziali modifiche apportate alla manovra rispetto alla sua versione iniziale, ha mantenuto comunque una valutazione negativa sulla manovra nel suo complesso. Associazioni di categoria quali la Federauto, l'Anfia e l'Unrae si sono mantenute scettiche su una tassa che hanno paragonato al Superbollo, aggiungendo la critica sulla inefficacia dal punto di vista dell'inquinamento. Viene semplicemente considerato un nuovo, ulteriore gravame fiscale che in più metterà in difficoltà sia il bilancio statale che il settore dell'occupazione. Viene portato come esempio la minaccia da parte del Gruppo FCA di una revisione del piano industriale riservato agli stabilimenti italiani per i prossimi 5 anni nel caso di approvazione dell'ecotassa nella sua prima versione, anche se nessun commento è giunto dallo stesso Gruppo, almeno per ora, sulla versione entrata in vigore.
 
 
 
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